Per molti cittadini italiani, l’ottenimento di agevolazioni sociali, bonus e vantaggi fiscali è strettamente legato al valore dell’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Un ISEE troppo alto può comportare l’esclusione da molte misure di sostegno, rendendo necessario trovare strategie del tutto legali per ridurre questa cifra prima della prossima Dichiarazione Sostitutiva Unica. La riduzione dell’ISEE, però, deve sempre avvenire nel rispetto della normativa vigente e senza ricorrere a false dichiarazioni, pena gravi sanzioni amministrative e la perdita dei benefici ottenuti.
Cosa incide sull’ISEE e perché può risultare troppo alto
L’ISEE è un indice che va a calcolare la situazione economico-patrimoniale di un intero nucleo familiare, prendendo in considerazione sia i redditi che i patrimoni mobiliari e immobiliari riferiti a due anni precedenti alla Dichiarazione Sostitutiva Unica (se si utilizza l’ISEE ordinario), oppure agli ultimi dodici mesi (se si può optare per l’ISEE corrente). Non solo i guadagni da lavoro o da pensione rientrano nel computo, ma anche altri redditi, ricavi da investimenti, saldo e giacenza media dei conti correnti, immobili posseduti e altri cespiti patrimoniali.
Tra i motivi principali per cui il valore dell’indicatore può essere considerato alto spiccano:
- Presenza di più percettori di reddito all’interno dello stesso nucleo familiare
- Disponibilità di risparmi, investimenti o conti con giacenza media elevata
- Proprietà di immobili, anche non produttivi di reddito
- Inesattezza nella composizione del nucleo familiare riportata in dichiarazione
Per questo motivo, conoscere e applicare correttamente le modalità legali per intervenire su questi parametri diventa essenziale per abbassare l’ISEE e poter accedere alle misure di welfare più vantaggiose.
Strategie legali per ridurre l’ISEE
Esistono alcune mostrate dalla legge che consentono di abbassare l’ISEE senza incorrere in rischi legali. È fondamentale, però, non fornire mai dati falsi o incompleti: ogni dichiarazione mendace può essere scoperta attraverso controlli fiscali retroattivi, con un rischio concreto di sanzioni pari al triplo dei benefici percepiti e obbligo di restituzione delle somme ricevute.
1. Cointestazione dei conti correnti
Una delle strategie più efficaci, nei limiti della legalità, è la cointestazione dei conti correnti con una persona esterna al proprio nucleo familiare. In questo caso, la giacenza media presente su quel conto viene divisa per il numero di intestatari: ad esempio, se un conto è cointestato con un soggetto non facente parte della famiglia anagrafica, solo il 50% dei depositi annuali verrà conteggiato per ciascun intestatario. Attenzione, però: la cointestazione va fatta solo con persone di assoluta fiducia, poiché comporta diritti e responsabilità reciproche nella gestione del denaro, e nessun vantaggio si ottiene se il conto è cointestato tra membri dello stesso nucleo familiare.
2. Aggiornamento all’ISEE corrente
L’ISEE corrente rappresenta una soluzione valida per chi ha subito significative variazioni negative di reddito o patrimonio nell’ultimo anno. In situazioni come perdita del lavoro, pensionamento o drastica riduzione delle entrate, è possibile richiedere un ricalcolo basato sui dati effettivi degli ultimi 12 mesi invece dei due anni precedenti. Questo permette di ottenere un indicatore più allineato alla situazione attuale e, spesso, più basso rispetto a quello ordinario. L’ISEE corrente, tuttavia, può essere richiesto solo in specifiche situazioni certificate, come la cessazione o riduzione dell’attività lavorativa, mobilità, cassa integrazione straordinaria o perdita di un componente del nucleo.
3. Esclusione di alcuni membri dal nucleo familiare
Un’altra leva è la possibilità di modificare la composizione del nucleo familiare. Ad esempio, i figli maggiorenni che si trasferiscono ufficialmente altrove e hanno residenza diversa dalla famiglia d’origine non rientrano più nel conteggio. Questa modifica, se effettivamente rispondente alla realtà anagrafica e familiare, può impattare enormemente sull’indicatore, a maggior ragione se i soggetti esclusi sono lavoratori o titolari di patrimoni rilevanti. Attenzione: il cambio di residenza deve essere reale e stabilmente mantenuto, in caso contrario si rischiano i controlli dei servizi demografici e le conseguenti sanzioni.
4. Gestione di patrimoni immobiliari
I beni immobili, anche se non generano un reddito diretto, influiscono pesantemente sull’ISEE. È perciò consigliabile valutare la concessione in usufrutto di immobili non abitati a terzi: ciò determina la perdita della piena proprietà ai fini dell’indicatore – essendo l’usufruttuario a dichiarare l’immobile. Un’altra possibile operazione, quando effettivamente giustificata da esigenze familiari o successorie, può essere la donazione di un bene immobile. Ma è fondamentale che si tratti di reali passaggi di proprietà e non di meri espedienti formalistici, pena severi accertamenti e sanzioni.
Ottimizzazione dei movimenti bancari e gestione dei risparmi
Uno dei parametri più rilevanti del patrimonio mobiliare è rappresentato dal valore della giacenza media dei conti correnti e di eventuali depositi o titoli a essi riconducibili. Per evitare un innalzamento dell’ISEE a causa di importi elevati detenuti sul conto, si può:
- Effettuare spese o investimenti realmente necessari entro il 31 dicembre dell’anno precedente la DSU, riducendo il saldo al momento del conteggio
- Diversificare i risparmi su più conti bancari anche intestati ad altri membri del nucleo familiare, tenendo conto dell’impatto del cumulo
- Trasferire somme a parenti di fiducia fuori dal nucleo, qualora ciò sia giustificato da effettive esigenze (ad esempio aiuti ai figli o spese straordinarie documentate)
Si tratta comunque di azioni da valutare con attenzione: le operazioni di bonifico devono essere reali e non artificiose, meglio se accompagnate da motivazioni oggettive e tracciabili in caso di futuro controllo. Ricordarsi che l’Agenzia delle Entrate può richiedere spiegazioni su movimentazioni sospette e contestare le operazioni di elusione fiscale.
Domande frequenti e accorgimenti importanti
Molti contribuenti si domandano se esistano ulteriori “trucchi” legali per ottenere un ISEE più basso. In generale, la migliore strategia è quella della pianificazione di ogni passaggio patrimoniale e la corretta valutazione della propria situazione familiare ed economica, senza mai forzare la legge. Alcuni punti chiave da ricordare:
- Non omettere mai redditi o patrimoni: dichiarazioni incomplete o mendaci portano a gravi sanzioni e alla perdita retroattiva dei bonus ottenuti
- Verificare la composizione del nucleo: un trasferimento di residenza reale può alleggerire l’indicatore, ma non possono essere utilizzate dichiarazioni puramente formali e di comodo
- Monitorare annualmente le disponibilità: la fotografia ISEE riguarda la situazione patrimoniale di due anni addietro; anticipare scelte e operazioni può risultare determinante
- Considerare l’ISEE corrente in caso di eventi negativi recenti: la riduzione dei redditi può essere fatta valere già dal primo anno, accelerando il diritto alle agevolazioni
- Per casi particolari, consultare un CAF o un consulente fiscale di fiducia: solo i professionisti aggiornati sulle ultime normative possono fornire indicazioni sicure e personalizzate
Infine, è bene evitare consigli truffaldini che promettono risultati senza basi legali: le verifiche incrociate tra banche dati INPS, Agenzia delle Entrate e ANPR sono sempre più frequenti, così che ogni tentativo di evasione viene facilmente tracciato.
In definitiva, abbassare l’ISEE è possibile con strumenti previsti dalla normativa e dalla corretta gestione del proprio patrimonio, ma richiede pianificazione, trasparenza e attenzione ai dettagli, ricordando che la legalità è sempre la migliore garanzia di sicurezza futura.








