Il contratto a canone concordato è una delle principali forme di locazione ad uso abitativo in Italia, ampiamente apprezzata sia da proprietari che da inquilini per le sue caratteristiche di equilibrio e tutela reciproca. La sua particolare struttura si basa su un importo calmierato e fisso, stabilito in un intervallo minimo e massimo determinato dagli Accordi Locali, cioè specifici accordi territoriali firmati tra associazioni dei proprietari e degli inquilini. Queste intese tengono conto di diversi fattori, come la posizione dell’immobile, la sua metratura, eventuali pertinenze e servizi aggiuntivi, per fissare un valore che sia al di sotto delle medie di mercato della zona, garantendo così canoni accessibili e in linea con le esigenze collettive.
Il funzionamento del canone concordato
Questo modello contrattuale si differenzia dai tradizionali contratti di locazione a canone libero (come il noto “4+4”), dove il proprietario può fissare l’importo dell’affitto senza vincoli particolari. Con il canone concordato, infatti, il prezzo è determinato da criteri oggettivi e deve rientrare nelle fasce previste dagli accordi territoriali del singolo comune. La stipula può riguardare diverse tipologie:
Nel dettaglio, il canone viene calcolato in funzione della superficie calpestabile dell’immobile e di eventuali caratteristiche aggiuntive, come la presenza di balconi, terrazzi, ascensori, box auto o cantine. Una delle associazioni firmatarie dell’accordo territoriale rilascia un’apposita attestazione che certifica la conformità del contratto ai requisiti fissati, fondamentale per poter usufruire delle agevolazioni fiscali.
Vantaggi fiscali e agevolazioni
La locazione a canone concordato offre importanti vantaggi fiscali sia per il locatore che per il conduttore. Innanzitutto, il proprietario può beneficiare della cedolare secca ridotta, ovvero una tassazione semplificata sull’affitto incassato, attualmente pari al 10%, rispetto al 21% dei contratti a canone libero. Questo permette un concreto risparmio sulle imposte annuali.
Per l’inquilino, sono previste detrazioni fiscali sull’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), in particolare se il reddito è basso, se si è giovani, studenti universitari o lavoratori che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro. Inoltre, l’entità del canone più contenuto consente di accedere più facilmente al mercato immobiliare, senza dover sostenere costi eccessivi.
Entrambe le parti, infine, sono tutelate maggiormente dal punto di vista contrattuale: il rinnovo automatico e le tempistiche di disdetta sono regolate dalla legge in modo trasparente e prevedibile.
Requisiti e condizioni per stipulare un canone concordato
Non tutti gli immobili possono essere ceduti in locazione con questa modalità. I requisiti principali includono:
Questi accorgimenti garantiscono che solo gli immobili con determinati requisiti possano usufruire di questa particolare forma di locazione, preservando la finalità sociale e di sostenibilità economica alla base dello strumento.
Ruolo degli accordi territoriali e delle associazioni
Il cuore del canone concordato è costituito dagli accordi territoriali, frutto di una negoziazione tra organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini.
Questi accordi, formalizzati per ciascun comune o area specifica, tengono conto delle peculiarità del territorio, dei costi di mercato locali, dell’andamento demografico e socio-economico. Essi individuano le fasce minime e massime del canone, distinguendo per metratura, zona, stato dell’immobile e servizi correlati.
Le associazioni firmatarie, come Confedilizia, SUNIA, Unione Inquilini, svolgono il compito di fornire assistenza nella stipula del contratto, verificare il rispetto delle condizioni e rilasciare l’attestazione indispensabile per accedere alle detrazioni fiscali. Il loro ruolo è essenziale per garantire trasparenza e la corretta applicazione delle regole, tutelando sia il locatore che il conduttore.
Storia e quadro normativo
La disciplina dei contratti a canone concordato è regolamentata principalmente dalla Legge 431/1998. Questo intervento legislativo ha introdotto la nuova tipologia di affitto come strumento per scongiurare l’aumento incontrollato dei prezzi e sostenere l’abitare sostenibile in Italia. All’interno della legge, i comuni hanno avuto la possibilità di siglare appositi accordi locali per la definizione delle fasce di prezzo e delle condizioni di base, rendendo la normativa flessibile e aderente alle specificità territoriali.
Caratteristiche principali a confronto tra canone concordato e canone libero
Questa distinzione è cruciale per chi deve scegliere il tipo di contratto da stipulare.
A chi conviene il canone concordato?
Questa forma di locazione è ideale per:
L’equilibrio tra tutela sociale e vantaggi economici ha reso il canone concordato una delle opzioni più richieste in specifici contesti urbani e universitari. Le agevolazioni consentono di abbattere la pressione fiscale, incentivando al tempo stesso la regolarizzazione dei rapporti di locazione.
In conclusione, la scelta del canone concordato riflette la volontà di promuovere una cultura della casa basata su trasparenza, convenienza e sicurezza contrattuale, favorendo la formazione di un mercato immobiliare sostenibile e accessibile.
Chi desidera approfondire aspetti tecnici e normativi può consultare la voce contratto di locazione, che approfondisce la disciplina generale dei rapporti di locazione in Italia. Sul piano giuridico, il diritto civile italiano fornisce inoltre il quadro normativo di riferimento per tutti i contratti.








