Cos’è la ricostituzione della pensione e come può farti avere più soldi: ecco chi deve richiederla

La ricostituzione della pensione rappresenta una procedura offerta dall’INPS che consente ai pensionati di chiedere una revisione e un eventuale incremento dell’importo del proprio assegno mensile qualora emergano elementi non valutati o errori nel calcolo originario. Questo processo permette di assicurare che l’importo corrisposto sia effettivamente corrispondente a tutti i diritti contributivi maturati durante la carriera lavorativa, garantendo così un trattamento più equo e corretto. La ricostituzione non deve essere confusa con il semplice supplemento di pensione: se quest’ultimo riguarda i contributi versati dopo la pensione, la ricostituzione si applica ai contributi o ai dati non presi in esame all’origine, anche per motivi legati ad errori o omissioni.

Cos’è la ricostituzione e perché può farti avere più soldi

Nella pratica, la ricostituzione è la richiesta di ricalcolo dell’importo della pensione sulla base di elementi nuovi rispetto alla liquidazione originaria. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di contributi previdenziali non considerati, ma anche di rettifiche riguardanti la situazione reddituale o familiare (come la presenza di figli a carico, riconoscimento di invalidità, cambiamenti di stato civile). Nel caso emergano elementi che determinano un aumento dell’importo, l’INPS provvederà sia alla rettifica dell’assegno mensile sia al pagamento di arretrati fino a un massimo di cinque anni precedenti la richiesta, a seconda della data di decorrenza del diritto. In particolare:

  • Contributi non accreditati: Il lavoratore può aver accumulato periodi di lavoro non declarati correttamente o non risultanti negli archivi INPS. La ricostituzione consente di recuperare tali periodi, valorizzando ogni euro contributivo per ottenere una pensione più alta.
  • Errori di calcolo iniziale: Un errore nella ricostruzione pensionistica, ad esempio riguardo ai salari percepiti o alle aliquote applicate, può aver determinato un assegno inferiore a quello spettante. La procedura corregge tali anomalie.
  • Modifiche della situazione familiare o reddituale: Eventuali aggiornamenti che comportano maggiorazioni sociali o agevolazioni economiche (come nuove condizioni di invalidità, figli a carico o ulteriore documentazione fiscale).

Il risultato atteso dalla ricostituzione può essere un incremento dell’importo mensile e, quando spettano, anche il riconoscimento degli arretrati per il periodo non correttamente liquidato, in base alle norme che regolano la decorrenza originaria della prestazione.Pensione

Chi può e deve richiederla

Non tutti i pensionati devono presentare la richiesta di ricostituzione. È una procedura specifica per chi:

  • Ritiene che nel calcolo della propria pensione non siano stati considerati periodi lavorativi o contributi versati risultanti in dati aggiornati INPS o altre casse previdenziali.
  • Riscontra errori materiali nei dati anagrafici, reddituali o familiari che hanno influito negativamente sull’importo della pensione.
  • Ha ricevuto nuove sentenze giudiziarie o dichiarazioni di riconoscimento di invalidità, vedovanza, cambiamenti di stato civile o altre condizioni familiari che modificano il diritto alle maggiorazioni sociali o ad altri benefici accessori.
  • Desidera valorizzare periodi contributivi precedentemente considerati “silenti” o non associati correttamente al proprio estratto contributivo.

Quando è opportuno richiedere la ricostituzione

La richiesta dovrebbe essere presentata quando si riscontrano anomalie o voci mancanti nell’estratto contributivo, oppure quando sopraggiungono nuove condizioni che modificano il diritto alle prestazioni accessorie. È importante agire tempestivamente: pur essendo possibile ottenere arretrati fino a cinque anni, più si aspetta, più si rischia di perdere parte delle somme potenzialmente dovute.INPS

Come funziona la procedura e quali rischi comporta

La procedura di richiesta avviene generalmente in modalità telematica, tramite accesso al sito INPS oppure con l’ausilio di patronati, enti di assistenza o CAF. È necessario presentare tutti i documenti utili a comprovare eventuali periodi lavorativi, stati di famiglia aggiornati, tesserini contributivi, cedolini, attestazioni di invalidità o certificati dello stato civile. L’INPS ricalcola la pensione applicando le regole previste dalla legge vigente al momento della decorrenza originaria. Se dal ricalcolo deriva un diritto superiore, l’importo verrà aggiornato e, se spettanti, saranno erogati anche gli arretrati relativi ai cinque anni precedenti la domanda.

Tuttavia, va segnalato che la ricostituzione, in rarissimi casi, può portare anche a una diminuzione dell’importo mensile o, nei casi estremi, alla revoca dell’assegno pensionistico qualora vengano accertate maggiori irregolarità o periodi erroneamente riconosciuti. Per questo motivo, è fondamentale rivolgersi a un professionista o a un patronato specializzato, che possa valutare ogni singolo caso e consigliare l’opzione migliore.

Riconoscimento degli arretrati

La ricostituzione non solo modifica l’importo futuro della pensione, ma consente anche di recuperare gli arretrati relativi al periodo pregresso, ma solo entro il termine di cinque anni dalla data della richiesta. Ad esempio, se la domanda viene presentata nel 2025 e il diritto a un importo maggiore risale al 2018, saranno riconosciuti arretrati dal 2020. Se la richiesta non viene presentata tempestivamente, il rischio concreto è la perdita di parte degli arretrati a causa della normativa sulla prescrizione quinquennale.

Quali documenti servono e come si presenta la domanda

Per avviare la procedura, il pensionato deve munirsi di:

  • Estratto conto contributivo aggiornato e dettagliato
  • Eventuali buste paga, CUD (per i lavoratori dipendenti) e dichiarazioni dei redditi
  • Documentazione riguardante periodi di servizio svolti all’estero o presso enti non convenzionati previo accordo internazionale
  • Certificati dello stato civile, certificati di invalidità o riconoscimenti giudiziari
  • Altra documentazione utile a dimostrare i diritti rivendicati (sentenze giudiziarie, verbali del riconoscimento di invalidità, dichiarazioni reddituali, eccetera)

La domanda si presenta tramite portale telematico INPS, con accesso tramite SPID, CIE o CNS, oppure rivolgendosi a un patronato o un CAF che assisterà nella compilazione e nell’inoltro della pratica. Dopo la presentazione, INPS effettuerà accertamenti, potrà richiedere documentazione integrativa, oppure convocare il richiedente per un approfondimento istruttorio. L’esito viene poi notificato via PEC, lettera ordinaria o area personale del sito INPS.

Fondamentale è la tracciabilità della richiesta: ogni domanda riceve un protocollo e può essere monitorata nella propria area riservata oppure tramite il supporto del patronato.

Beneficiari e vantaggi: perché conviene non trascurare la ricostituzione

In sintesi, la ricostituzione si rivela uno strumento particolarmente vantaggioso per:

  • Chi ha cambiato la propria situazione familiare o reddituale dopo l’inizio della pensione (ad esempio vedovi/e, soggetti che hanno a carico nuovi familiari, chi ha ottenuto il riconoscimento di una maggiore invalidità).
  • Pensionati che hanno riscontrato errori materiali o omissioni nella contribuzione e possono dimostrare il diritto a un riconteggio vantaggioso.
  • Chi ha lavorato all’estero o in Italia ma con enti diversi dall’INPS, spesso oggetto di errori di totalizzazione delle contribuzioni.

A livello pratico, consente di:

  • Aumentare l’importo mensile della pensione, tutelando il proprio tenore di vita per tutto il periodo di godimento dell’assegno.
  • Ottenere somme di arretrati che possono essere molto rilevanti se il riconteggio coinvolge periodi di anzianità prolungati.
  • Regolarizzare la posizione contributiva, utilissima anche in caso di successione patrimoniale o trasferimento di quote di reversibilità agli eredi.

Per garantire la tutela dei propri diritti, è sempre raccomandato avvalersi del supporto di figure professionali competenti, come i patronati, che sapranno guidare passo dopo passo il pensionato nella compilazione della domanda e nell’eventuale presentazione di ulteriore documentazione necessaria.
In definitiva, trascurare la ricostituzione vuol dire rischiare di lasciare “sul piatto” somme importanti a cui si ha pieno diritto secondo la legge italiana.

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